Il giardino storico
Un magnifico spazio verde
Il primitivo giardino venne pensato nella seconda metà del 1400 da Roberto Sanseverino. Si trattava di un giardino all’italiana con aiuole, pergole, siepi, labirinti ed all’interno agrumi e piante da frutto. Il giardino, mantenendo l’originaria impostazione, venne poi ampliato ed arricchito da Barbara Sanseverino sul finire del 1500.
Le grandi trasformazioni avvennero al tempo del Duca Francesco Farnese (tra il 1690 ed il 1719) quando il giardino si arricchì di magnifiche e imponenti fontane come quella di Proserpina e quella del Trianon (oggi al centro dell’isola nel laghetto del Parco Ducale di Parma) scolpite in marmo da Giuliano Mozzani. Nel 1718 arrivò dalla Francia il celebre ingegnere idraulico Jean Baillieul inventore della Torre delle Acque sul torrente Lorno (che forniva acqua alle fontane del giardino) e della Grotta Incantata con statue simulanti Apollo, Vulcano, Orfeo ed i Ciclopi mosse dalla pressione dell’acqua. Le condutture delle fontane furono danneggiate durante la guerra di successione polacca del 1734 e mai più riattivate. Con l’arrivo a Parma di Don Filippo di Borbone e della moglie Luisa Elisabetta nel 1749 il giardino all’italiana farnesiano venne in pochi anni trasformato in giardino alla francese. Il ministro Guillaume Du Tillot chiamò a Colorno l’allora giardiniere di Versailles François Anquetil detto il Delisle che, su disegno di Ennemond Alexandre Petitot, realizzò il parterre ad aiuole e fiori. Idea dominante del Delisle fu la creazione del cannocchiale prospettico di tre viali lunghi oltre quattro chilometri, lievemente divergenti che si innestavano dal fondo del parterre a fiori e sembravano rettilinei all’infinito dalla sommità dello scalone progettato dal Petitot.
Maria Luigia nei primi anni di regno (1816-1823) trasformò il giardino alla francese in giardino all’inglese avvalendosi della collaborazione di Karl Barwitius, giardiniere boemo assunto dalla duchessa di Parma per dirigere i giardini delle residenze extraurbane della corona.
Barwitius introdusse a Colorno molte piante rare tra cui un olmo del Caucaso “Zelkova carpinifolia” tuttora esistente, creò il laghetto con isola dell’amore e fece costruire nuove e moderne serre per la coltivazione di specie esotiche, tra cui numerosi ananas.
Il parco dopo un periodo di decadenza seguito all’Unità d’Italia, fra il 1998 e il maggio del 2000, è stato oggetto di un intervento, che ha ricostruito, sulla scorta dei progetti originali del Delisle, il parterre alla francese posto di fronte alla reggia.